I finalisti 2018 – PAOLO ANTONIO


Paolo Antonio Pappalardo, in arte solo Paolo Antonio (c’era già un Pappalardo più noto), cantautore catanese, classe 1983.

Ha esordito nel 2010 con l’EP “Buona Fortuna”, iniziando così una gavetta fatta di live, festival e aperture di concerti importanti come quelli di Fabrizio Moro e Simone Cristicchi.

La sua scrittura si caratterizza sin da subito per uno spiccato impegno sociale, unito all’ironia e a una musicalità che rimane subito in testa. È un cantautore impegnato ma non impegnativo.

Nel 2014 lancia il brano “Piacere Salvatore” ed è finalista a “Musica contro le mafie”.
Nel 2015 vince il XV Lennon Festival con il brano “Lampedusa”.
Nell’aprile 2016, insieme all’etichetta romana Mafi (Arisa, Maldestro, Iotatola, Alan Parson), pubblica “Il Disco del Momento”: un contro-tormentone in rotazione in molte radio.
Qualche mese dopo, per la stessa etichetta, esce “Son Felice”, brano autobiografico sul coming out, con il patrocinio di Agedo (Associazione genitori e amici di persone omosessuali).

All’inizio del 2017 si trasferisce a Milano. Lì inizia a farsi conoscere suonando in diversi club e anche, semplicemente, per strada. Con l’esperienza milanese si apre un nuovo corso della sua vita e della sua produzione musicale: l’ironia e l’impegno sociale lasciano spazio anche ai sentimenti e all’introspezione, portandolo a una maturità artistica mai raggiunta prima.

Nel 2018 idea uno spettacolo dal titolo “CantautoreTelling”: canzoni e monologhi con cui racconta di sé e della sua generazione, tra paure e speranze, con cinico sarcasmo e voglia di poesia.

Attualmente sta lavorando a un nuovo disco ed è impegnato anche nella scrittura per (e con) altri artisti. Ogni settimana, infatti, organizza una giornata dedicata al songwriting collaborativo. Questo appuntamento ha preso il nome di “Cantautori nella Norma”, perché gli artisti vengono invitati all’ora di pranzo e lui prepara sempre una buona pasta alla norma, specialità catanese.

Qualche curiosità: fa volontariato come insegnante d’italiano per stranieri. Suona negli ospedali, in collaborazione con Officine Buone. A 24 anni, è stato candidato sindaco del suo comune. Ha vissuto a Tunisi per studiare l’arabo. È buddista.

La sera del 7 luglio, sul palco dell’Anfiteatro Bindi, porterà il suo brano “Le Mani e l’Anima” ed interpreterà “Amare te” di Umberto Bindi.

Ecco il testo del brano:

Le Mani e l’Anima
Testo e musica di Paolo Antonio Pappalardo
Ci sono brani che vanno alle gambe,
canzoni che arrivano al cuore,
note che restano in testa,
altre che suonano altrove.
Ci sono brani che restano carta,
echi di stanze vuote,
emozioni di mente e di pancia,
lettere, poesie, code di aquilone.
Perché se canti ci metti la faccia,
io ci ho messo pure gli occhiali,
perché vince chi resta e non lascia,
e continua a sporcarsi le mani,
le mani e l’anima.
So resistere, insistere… le mani e l’anima.
So resistere e stringere le mani e l’anima.
Ci sono brani che vanno di corsa,
valigie lasciate in albergo,
e cantanti dentro una morsa:
il corso del tempo.
Perché se canti ci metti la fede,
per volare anche senza le ali,
perché vince chi resta e ci crede,
e continua a sporcarsi le mani,
le mani e l’anima.
So resistere, insistere… le mani e l’anima.
So resistere, e stringere le mani e l’anima.
So resistere, insistere, insistere…